venerdì, dicembre 30, 2011

Le donne giocano con i trucchi

Divertirsi” è la parola d’ordine, quando si tratta di truccarsi. Lo penso da sempre.
Il mio approccio con i cosmetici non riguarda propriamente il make-up.
Il ricordo più antico che ho (a parte il profumo del rossetto della mamma, che oggi non si sente più nei prodotti in vendita. Sarà stato cherosene, forse – erano gli anni ’70 – ma mi piaceva moltissimo) si riferisce ad un compito per “educazione artistica”.
Ero alle scuole medie.
Per il disegno su cartoncino ho usato due vecchi ombretti, verde e azzurro, che sfumavano benissimo! Quella sensazione tattile e olfattiva mi è rimasta, e con essa il piacere di avere a che fare con i cosmetici, di cui valuto la qualità in base alla texture nel momento in cui li tocco per truccarmi, prima ancora che per la resa finale.

Oggi, che son cresciuta e che mi occupo di immagine, non cambia il senso di gioco collegato al trucco.
E KIKO Make up pare saperlo bene.
Il “primo incontro” con questo brand è stato casuale, in un centro commerciale come altri. Mi attirano le luci, l’ordine e lo schieramento della tavolozza di smalti e ombretti. I prezzi bassi mi fanno pensare male, di primo acchito. Poi un’amica mi dice con entusiasmo che sono tutti prodotti italiani. La cosa non aggiunge un gran che alla mia valutazione. In Italia si fanno cose ottime e altre meno, come ovunque. 

Quello che mi conquista invece sono le commesse, chiamiamole così per praticità. Sono giovani (!) ma molto preparate. Hanno il look da make up artist, con il tascone con i pennelli legati alla cintola, come i muratori americani (qui si va avanti a immaginario collettivo), ma dietro questo sta una salda preparazione tecnica. Formazione aziendale? Spero di sì. 
Ottimo approccio al cliente, con simpatia. Danno del “tu” pure a me che potrei essere loro madre, ma non voglio pensarlo e quindi mi gratifica essere trattata alla pari. “Pèrdono” tempo a cercare il colore del fard che ti sta meglio, ti offrono anche un accenno di trucco (per un trucco completo basta prenotare), ti insegnano quale pennello usare. Non spingono forzatamente sulla novità o sul prodotto di punta, propongono al pari le cose in offerta speciale.
Usano loro stesse i prodotti (ti fanno vedere come si potrebbe ottenere risultati meravigliosi con le scatolette che hai lì a disposizione) e ti sanno dire in modo convincente che funzionano, a parte le creme contro la cellulite, dato che il problema non le sfiora neanche negli incubi.
Se recitano, lo fanno benissimo. 
In ogni caso, il “tono di voce” è lo stesso del profilo Fb, ovvero di quello tra pari che si scambiano idee su un prodotto, pur lasciando palese il fatto che loro stanno lì per vendere, non per farti bella e poi … bella ciao!

Entrare in quella che corrisponde alla casa di Barbie per una bambina di 5 anni è meraviglioso (specie quando i 5 anni sono ben distanti) ma richiede qualche attenzione.
Innanzitutto, non andarci con le persone sbagliate. Quelle che ti dicono che stai perdendo tempo. È tempo di svago, certo, non migliora le sorti del mondo ma non per questo deve essere bollato come colpevole.
Regola nr.2: niente fretta, il gioco assorbe l’attenzione e il tempo scorre via.
A meno che non si stia facendo un semplice rifornimento dei prodotti di sempre, e anche così teniamo presente che l’occhio cadrà su una sfumatura nuova, che ti verrà voglia di provare un look diverso, di rivedere i colori dei rossetti che l’altra volta hai lasciato là, e così via.
La compagnia ideale sono una/due amiche, egualmente interessate al gioco, fa lo stesso se sono esperte o neofite delle gioie del make-up.
Il risultato sarà di spirito più leggero (ti stai prendendo una mini-vacanza, tutta per te, in fin dei conti), di liberazione da cliché che ciascuno porta, come una croce (ma chi te l’ha detto che il rossetto rosso o il fard non fanno per te? Prova, e poi vedrai!), divertimento e relax.
Praticamente un toccasana per creatività e buonumore.
E vogliamo chiamarli ancora trucchi?

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