mercoledì, settembre 29, 2010

L'amico del cuore

Il tema è annoso, ovvero: uomo e donna possono essere amici? Da giovane (sigh) teorizzavo che sì. Ho avuto amici uomini che si sono dimostrati i più duraturi, i meno deludenti. Forse proprio perché non si arriva con loro ad un grado di confidenza “intricata” come accade tra donne. Intrico che porta, spessissimo, a pessime conseguenze, a litigi e persino divorzi, con più o meno rumore, in modo inversamente proporzionale all’età.

Poi ho avuto un periodo in cui mi ero rassegnata, sulla scia di amiche femmine, che la cosa sia impossibile. Il teorema è: almeno uno dei due ci farebbe un pensierino per “qualcosa di più”…
Ora, qui le teorizzanti si dividono in due categorie: quelle che, a conti fatti, bene o male, alla fine sono finite a letto con più o meno tutte le loro conoscenze maschili (dall’amichetto dell’asilo al vicino di casa, all’amico dell’ex-moroso, al collega… e se sono fortunate, qualcuno apparteneva a più di un gruppo di quelli elencati); e quelle che invece hanno avuto un solo moroso dall’asilo in poi, e ogni altro maschio è stato guardato storto e tenuto a distanza come si farebbe con i Barbari all’attacco. Molto spesso, credo io, con una precauzione del tutto sovrastimata, dato che non molti attacchi stavano venendo progettati … ma non diamo fiato alle trombe della cattiveria.

Dunque, ora che sto raggiungendo la “mezza età” – minuto di silenzio, che la cosa è grave – arrivo ad un compromesso. Mi capita di sentire che ho un (altro) amico del cuore. Sì, nella mia vita ne conto ben 2. Ma proprio “amico del mio cuore”, almeno così lo sento. E forse è anche vero che la relazione è asimmetrica, che forse è solo questione di un’attrazione che (vuoi vedere?) è connaturata al rapporto maschio-femmina (con esclusione del tabù parentale) ma che in questi casi si tiene sotto coperta, sotto il livello di guardia.

All’amico del cuore hai confidato (o è ne stato testimone) cose molto ma molto personali e delicate, ma non lui non ne fa mai uso, o al massimo riesce a fartici ridere sopra, che non è poco.
Naturalmente, lo stile degli incontri è da partita – birra – rutto libero. L’affetto si esprime a suon di prese in giro feroci, e io che lascio fare (cosa inedita!) perché riesco a leggerci dietro l’affetto. E se non riesco, colpisco duro pure io.

La categoria 2 delle amiche, a questo punto, indaga: non è che magari c’è sotto qualcosa? Non è che prima o poi ci scappa “qualcosa di più”? No, dico io. Ovvero, forse, a ben teorizzare, potrebbe anche capitare ma non avrebbe nessuno strascico, neanche negativo, come quando prendi un granchio e poi però diventa una tragedia. Sì, è tutto questione di equilibri. Il caso (ci crediamo che esista?) vuole che immancabilmente si presentino episodi che ti fanno tornare al livello di amici, dopo attimi in cui la consonanza è tale che … vabbè.

Un attimo: non sfiori a nessuno il pensiero che si tratti di una sottospecie di attrazione, o di una razionalizzazione di una frustrazione. Niente di tutto ciò, ma una categoria a parte, che in un mondo di “io Tarzan, tu Jane” prevede la terza via: siamo Tarzan e Jane ma sono i nostri cuori a parlare, e niente legge della jungla. Qualcuna ha il “trombamico” (non serve spiegare l’etimologia del termine), che sarebbe pensato per momenti gaudenti e invece si ritorce in poco soddisfacente ginnastica, costellata da elucubrazioni che durano a multipli di 10 rispetto la prima parte. Niente a che vedere con l’amico del cuore, con il quale si toccano vette di tenerezza e di profondità che non devono far ingelosire i rispettivi partner. In più, gli incontri/scontri danno adito a quei pochi momenti di confronto non interessato tra i due universi che tanto stentano ad incontrarsi davvero. Certo, dopo una serata con l’amico del cuore, se siete ancora single, pensate con rammarico: accidenti, non mi potevo innamorare di questo?
No, che non potevi! È tutta un’altra cosa!