mercoledì, giugno 06, 2007

La Casta

Sono stata alla presentazione del libro di Gian Antonio Stella. Più di una settimana fa, ovvero nella preistoria, stando su un blog. Sono molto meditativa? No, è che solo ora vengo ad aggiornare il blog (l'altro chiedendomi "e chi lo legge 'sto blog?" e quindi non ho molta fretta).

Non amo particolarmente i libri di denuncia del sistema, perchè, detta tra noi, sembrano sterili lamentele, sfoghi fini a se stessi che ad altro non servono se non a calmare l'ira accumulata. Cosa sacrosanta, ma che non porta ad agire per cambiare le cose. In più, quando si tratta di iniziative editoriali di firme affermate, sono macchine per fare soldi, e quindi destano in me una malcelata invidia... a meno che...

come in questo caso, la forma salva anche la sostanza. Anche se ha del macabro stare a sorridere delle atrocità finanziarie che si commettono in ogni istante nel nostro Paese (già, in questo siamo molto meglio di tutti i nostri "colleghi" europei), il libro si legge con grande piacere. Proprio per il suo stile, che ha la leggerezza dell'ironia, di calviniana memoria. Un volo aereo pronto ad abbattesi in picchiata quando meno te lo aspetti sui malcapitati al centro del turbine che si solleva ad ogni pagina. Quindi, onore al merito della penna che ha scritto.

Se poi si è conosciuto di persona l'autore, lo si è sentito parlare con la pesante cadenza vicentina (da far drizzare i capelli ad ogni insegnante di dizione...), il libro si legge con ancora più gusto. Un po' come quando si legge Montalbano e ci si scopre in testa un improvvisato accento siciliano.

Ok. Ora però scendiamo nella vita reale, e vediamo di fare qualcosa per scrollare qualche poltrona, per far valere i "virtuosi" e per non smettere di credere che le cose possono cambiare, ma non sempre e solo per l'azione di altri. Ce la faranno i nostri eroi?